La scoliosi, cos’è e come si cura

28 Gen , 2021 I consigli del fisioterapista

La scoliosi, cos’è e come si cura

La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale caratterizzata da una torsione della colonna nei tre piani dello spazio. In altre parole la colonna si avvolge su se stessa come una spirale (deformazione elicoidale).

Quanti tipi di scoliosi esistono?


Nel 95% dei casi la scoliosi è primaria ossia di natura idiopatica, in altre parole non se ne conosce la causa, il restante 5% rientra in quelle che vengono definite scoliosi secondarie e quindi conseguente ad altre patologie che possono essere genetiche, neurologiche, ecc.


La scoliosi primaria può essere classificata in vari modi:

  • in rapporto alla gravità;
  • in rapporto all’età di comparsa;
  • in rapporto alle forme anatomo-patologiche.

La classificazione in rapporto alla gravità (secondo A.Gruca), evidenzia quattro gradi di curva.

  • Primo grado, scoliosi inferiori a 30° con debole torsione vertebrale e curve di compenso mobili.
  • Secondo grado, scoliosi da 30° a 60° con torsione da 10° a 20° e curve di compenso mobili.
  • Terzo grado, scoliosi da 60° a 90° con torsione da 20° a 30° e curve di compenso discretamente mobili.
  • Quarto grado, scoliosi oltre i 90° con torsione superiore a 30° e curve di compenso parzialmente mobili.

La classificazione secondo l’età di comparsa fa riferimento all’inquadramento codificato da Stagnara e Cotrel e si suddividono in 5 categorie:

  • scoliosi del lattante che si sviluppano nei primi mesi di vita;
  • scoliosi infantili che si sviluppano nei primi tre anni di vita;
  • scoliosi giovanili a loro volta suddivise in giovanili uno (3-4 anni/7 anni), giovanili due (7/11 anni), giovanili tre (11anni fino alla pubertà);
  • scoliosi dell’adolescenza (dopo la pubertà);
  • scoliosi dell’adulto.

La classificazione anatomo-patologica fa riferimento alla tipologia delle curve e alla topografia della figura umana .La Scoliosis Research Society denomina la scoliosi come una curva maggiore di 10° Cobb sul piano frontale.

Inquadramento della scoliosi

Constatata l’enorme quantità di fattori eziologici della scoliosi, risulta difficile poter fare una valutazione se non riferendosi al periodo d’insorgenza, alla tipologia della curva e ai dati meccanici, ai rilevamenti radiologici e morfologici che si possono osservare quali:

  • il valore della curva;
  • il valore del gibbo;
  • il valore della rotazione e la conseguente torsione;
  • il bending test;
  • le asimmetrie varie;
  • altri rilevamenti.

Per procedere ad un inquadramento diagnostico del fanciullo affetto da scoliosi, (idiopatica e non idiopatica) sarebbero indispensabili almeno 5 passaggi quali:

  • lo screening;
  • l’accertamento della presenza patologica;
  • individuazione del processo patogenetico;
  • la caratterizzazione della curva;
  • la localizzazione topografica della curva.

Come viene “trattata” la scoliosi?

La diagnosi precoce è molto importante poiché l’evoluzione della scoliosi non si può prevedere in quanto soprattutto in età puberale la crescita repentina ossea può portare ad un veloce peggioramento della patologia. I primi a dover tenere d’occhio i bambini devono essere i genitori e nel caso in cui hanno qualche dubbio devono subito rivolgersi al pediatra o al medico di base che li indirizzerà dallo specialista per ulteriori esami diagnostici e per la “cura”.
Sinteticamente il trattamento della scoliosi può essere impostato attraverso la ginnastica specifica ossia una rieducazione posturale (nelle pseudo-scoliosi); applicando l’uso di corsetti (e ginnastica); utilizzando un trattamento ortopedico mediante ingessature correttive; infine, se la scoliosi si aggrava, ricorrendo all’intervento chirurgico. Comunque una impostazione terapeutica seria non può che essere inequivocabilmente legata alle conoscenze scientifiche sulla patologia. Ciò si basa su alcuni punti essenziali che vengono adottati da ciascuno in rapporto alla propria sensibilità e competenza che sono:

  • efficacia: ciò che è stato dimostrato di essere utile attraverso studi scientifici e rigorosi;
  • efficienza: ciò che impegna meno le risorse economiche;
  • accettabilità: ciò che è più accettabile per il paziente. 

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Mi chiamo Francesco Zampilli e sono un fisioterapista professionista.
Negli anni mi sono specializzato in terapia manuale, riabilitazione sportiva,
riabilitazione respiratoria e comunicazione efficace in ambito sanitario.

Sono iscritto regolarmente all’ORDINE TSRM-PSTRP di Cosenza.

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